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La medicina veterinaria si occupa di studiare la salute e le malattie degli animali domestici.
Questa branca della medicina veterinaria include moltissime competenze, quali la medicina interna, la cardiologia, la dermatologia, la chirurgia, l'ortopedia, ecc.
Tratto dalla rivista Quattrozampe
L’OBESITA’ NEL CANE del dott. Alessandro Arrighi
L’obesità, problema ben noto e presente da sempre all'interno della comunità umane nelle società evolute, riguarda oramai anche un gran numero dei nostri cari amici cani.
Solitamente si definisce l'obesità come "accumulo eccessivo di grasso nelle aree corporee destinate al deposito adiposo, con conseguente aumento di peso corporeo di oltre il 15 - 20% rispetto al dato fisiologico naturale (il cosiddetto indice di massa corporale) ".
Questa definizione si attaglia molto bene all'uomo, per il quale esistono precisi standard per calcolare il peso fisiologico ideale. Nei cani ci sono molte più variabili e per questo la valutazione risulta più difficile. La molteplicità e la variabilità delle razze, con le costituzioni fisiche diverse (pensiamo ad un levriero e ad un bulldog) e di tutti i possibili ibridi rendono estremamente aleatori e sfumati i criteri di valutazione. Nella pratica clinica il veterinario cerca di farsi un'idea osservando e palpando le coste del cane: se sono molto ben visibili si penserà ad una condizione di sottopeso, se non sono ben palpabili avremo un paziente sovrappeso, se saranno del tutto non rilevabili alla palpazione si potrà parlare di obesità. La situazione ideale è quella in cui le coste non sono visibili ma si possono facilmente percepire al tatto sotto la pelle.
La causa diretta dell'obesità, quali che siano i fattori predisponenti, è il bilancio energetico positivo dovuto allo squilibrio tra energia assunta col cibo e quella consumata dall'organismo. L'unità di misura di questa energia è la caloria, che tutti ben conosciamo e che in molti di noi evoca non poche ansie.
I fattori che possono essere alla base di questo squilibrio sono davvero molti. Alcuni di essi determinano aumento di assunzione di cibo, altri contribuiscono al determinarsi dell'obesità riducendo il consumo delle calorie introdotte. Alcuni esempi potranno aiutarci a capire.
Alcuni particolari squilibri ormonali possono indurre aumento dell'appetito: il caso più tipico è quello delle cagne sterilizzate in cui, con un meccanismo ancora non bene identificato, la carenza di ormoni sessuali provoca maggiore propensione verso il cibo. A volte, più semplicemente, l'animale mangia troppo per un disagio psicologico: ansia, noia, competizione alimentare nei confronti di altri cani di casa, possono essere motivo di eccessiva alimentazione. Anche la somministrazione di un cibo troppo appetibile può ingenerare nel cane, soprattutto se combinata con i fattori comportamentali elencati prima, un aumento di peso. Oltre che troppo appetibile, la razione può essere errata nella sua composizione: soprattutto le diete casalinghe tendono ad essere sbilanciate perché i proprietari, armati delle migliori intenzioni, privilegiano la gratificazione del palato del proprio cane rispetto alla preparazione di un pasto sano e digeribile. Per questo noi veterinari tendiamo a preferire le preparazioni industriali, purché di qualità, che oltretutto sono oramai differenziate in base a razza, età, stile di vita. Tra i fattori che inducono eccessivo consumo di cibo citiamo per ultimo rare patologie del sistema nervoso, che coinvolgono il centro della sazietà.
Altri fattori predisponesti all'obesità sono l'età avanzata, la vita sedentaria e le patologie dell'apparato locomotore che riducono il consumo energetico globale. Anche la castrazione del maschio, con la conseguente diminuzione del testosterone, causa aumento di massa grassa per inversione del normale metabolismo e perdita di attività anabolica muscolare. Al determinismo dell'obesità concorrono pesantemente anche fattori organici legati a varie malattie: diabete, ipotiroidismo, disturbi di funzionalità surrenalica sono i più frequenti. Sempre tra i fattori organici dobbiamo anche ricordare l'uso di molti farmaci, soprattutto in corso di terapie croniche (il cortisone è l'esempio più comune, ma non l'unico).
Fin qui abbiamo parlato delle cause più propriamente "mediche" di questa patologia, ma non dobbiamo dimenticare le nostre dirette responsabilità nei confronti dei cani.
Troppo spesso succede che tali animali debbano adattarsi ad uno stile di vita familiare caratterizzato dagli impegni di lavoro, dal poco tempo e dalla poca attenzione, che porta noi umani a far muovere troppo poco il nostro cane e poi, magari, a rimpinzarlo di cibo per sentirci a posto con la coscienza. Molto cibo, poco movimento....le conclusioni sono ovvie. Situazioni limite, ma comunque degne di essere ricordate, sono quelle in cui un cattivo comportamento da parte del cane induce il proprietario a non portarlo fuori o tutt' al più a condurlo sempre al guinzaglio. Tipico esempio è quello di cani troppo aggressivi, mal socializzati, che per evitare problemi vengono sempre o quasi tenuti rinchiusi o legati.
Molti proprietari di cani considerano l' obesità del proprio animale più che altro un problema estetico. Questo è un grosso errore. Se è vero che rispetto alla specie umana nel cane l' obesità è meglio tollerata dall' organismo, è altrettanto vero che questo stato patologico può comportare gravi problemi di salute. L' osteoartrite è molto più frequente e grave nei pazienti in cui il sovrappeso affatica lo scheletro; le patologie respiratorie si aggravano se una eccessiva massa di grasso preme sul torace; il sistema cardiovascolare è affaticato dal peso eccessivo ed anche nel cane si è visto che l' eccesso di grassi nel sangue circolante danneggia le arterie; il diabete insorge più frequentemente ed in modo più grave; le ferite tardano a guarire e le anestesie sono mal tollerate.
Chiudiamo il discorso sull'obesità con alcuni consigli.
Attenzione al cibo: per tutti noi è gratificante vedere il cane scodinzolare festoso davanti alla scodella ma ricordiamoci che mangiare non deve essere il suo unico pensiero. Garantiamogli anche tempi adeguati da riservare al gioco ed alla vita sociale, durante i quali consumerà di più e dedicherà meno attenzione alla pappa.
Cerchiamo di non proporgli troppo spesso cibi cucinati, che oltre ad essere controindicati (l' apparato digerente del cane è diverso dal nostro) costituiranno una piacevole cattiva abitudine dalla quale difficilmente il nostro amico vorrà tornare indietro.
Scegliamo accuratamente il suo cibo industriale di qualità considerando attentamente l' età, le caratteristiche fisiche, il grado di attività e le eventuali patologie del nostro cane. Le ditte produttrici ci mettono a disposizione un vastissimo ventaglio di possibili scelte. Se vogliamo preparare una dieta casalinga consultiamoci con un professionista per cercare il miglior bilanciamento possibile.
Laddove vediamo insorgere obesità nel cane senza evidenza di precise cause alimentari, rivolgiamoci al veterinario che potrà identificare e curare le eventuali patologie sottostanti, responsabili del disturbo. Qualora il problema sia comportamentale (la bulimia, ad esempio, non è rara) l' approccio potrà essere specialistico, da valutare con un veterinario comportamentalista.
Per finire ricordiamo che, oltre alla cura del disturbo sottostante (organico o comportamentale), oggi esistono anche in veterinaria vari farmaci che regolano l' assorbimento dei vari fattori nutritivi (grassi, in particolare), limitando i danni determinati dall' obesità.
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