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Medicina Comportamentale

La Medicina comportamentale degli animali da compagnia, quale Psichiatria animale o Zoopsichiatria, è l’applicazione al comportamento animale di un modello clinico, centrato sulla nozione di patologia (affezione, malattia).

 Il comportamento di un animale è la capacità di adattarsi alle modificazioni di un ambiente circostante che definiremo plasticità comportamentale.
L’organismo riceve delle informazioni dall’ambiente esterno e le analizza attraverso i suoi sistemi emozionali e cognitivi, che possono variare al modificarsi dello stato neurofisiologico, metabolico ed endocrino. Il risultato è la produzione di una risposta comportamentale adeguata a quel contesto.
La patologia è quindi definita una perdita della plasticità comportamentale, legata all’installarsi di stati patologici mentali (fobia, ansia, depressioni, variazioni dell’umore, destrutturazione delle sequenze comportamentali) conseguenti a processi patologici mentali (sensibilizzazione, anticipazione emozionale, inibizione patologica, ecc.).
L’animale patologico è bloccato nelle sue capacità di adattamento, e di conseguenza la concentrazione, lo stoccaggio delle informazioni, cioè la memorizzazione, e l’apprendimento ne risultano diminuiti. L’animale ha quindi una difficoltà ad interagire con l’ambiente circostante, interferendo con le normali attività sociali e mettendo a repentaglio la conservazione propria e della sua specie. La sua patologia è responsabile di un irrigidimento comportamentale con l’ambiente circostante, una cristallizzazione delle risposte dove l’instabilità emozionale sovrasta le capacità cognitive: è la perdita dell'allostasi sensoriale, cioè dello stato di equilibrio emozionale, con conseguenze per tutto l'organismo (sovraccarico allostatico).

Si evince da questi punti che la medicina comportamentale si occupa non solo di comportamento animale, ma anche della sua sfera emozionale, dell’umore, dei disturbi neurovegetativi conseguenti; dunque dell’organismo nella sua globalità, accostandosi dunque ad una medicina olistica. Inoltre la visita comportamentale segue un approccio sistemico: il disturbo comportamentale dell’animale va contestualizzato con il sistema familiare; l’analisi riveste anche dell’aspetto relazionale e della sfera emozionale che avvolge il proprietario ed il proprio animale.

Nel cane particolarmente, in quanto elemento socio-referenziale per eccellenza, l’aspetto sistemico è di grande importanza. Nell’ambito terapeutico la Medicina Comportamentale non può non tener conto della triade, terapeuta-famiglia-cane, e dare ampio risalto all’approccio sistemico: la famiglia viene in visita in quanto sofferente di uno stato di disagio, di preoccupazione, di paura, di ineluttabilità legato ad un animale che manifesta dei comportamenti ritenuti indesiderati, preoccupanti per il suo benessere o per quello del gruppo di appartenenza o della società. La famiglia richiede l’aiuto per un cambiamento che non riesce ad ottenere con le sue forze, oppure perché le soluzioni adottate non hanno risolto il problema, al contrario talvolta peggiorandolo. 

 La medicina comportamentale in sintesi si avvale di un approccio etologico-clinico-veterinario:
  • etologico: il comportamentalista non è un etologo ma utilizza l’etologia, quale scienza descrittiva, come metodo per osservare il comportamento dell’animale in esame e degli altri soggetti (persone, cospecifici e non) del sistema di appartenenza che si relazionano con esso.
  • clinico: l’osservazione clinica e l’indagine semiologica valuta le manifestazioni neurovegetative che presenta l’animale, quali sintomi di disfunzioni dei diversi sistemi neurotrasmettitoriali.
  • veterinario: il ruolo del comportamentalista è inserito nella medicina veterinaria, per valutare correttamente le affezioni organiche responsabili di patologie comportamentali (ad esempio le malattia metaboliche, le neoplasie, le disfunzioni sensoriali, le malattie infiammatorie o degenerative), come anche per discernere le patologie comportamentali responsabili di affezioni organiche (ad esempio le malattie del sistema digestivo su base ansiosa, le dermatiti da leccamento nel cane, l’alopecia estensiva felina, ecc.).
 La visita del medico veterinario comportamentalista quindi ricalca la rigorosità scientifica delle altre discipline medico-veterinarie: raccolta dei sintomi, bilancio dei sintomi, diagnosi differenziale, diagnosi, prognosi e terapia, che può essere cognitivo-relazionale, farmacologica e feromonale. L'intervento terapeutico cognitivo-relazionale trova nell'azione multidisciplinare tra medico veterinario comportamentalista e istruttore riabilitatore, nel rispetto delle proprie competenze, quella sinergia che permette di aumentare le possibilità di miglioramento. 

La visita comportamentale viene programmata su appuntamento contattando il dott. Raimondo Colangeli al cellulare 3476315513 o per email : raimondo.colangeli@libero.it

Al contatto telefonico si definirà il motivo di visita e potrebbero essere richieste degli accertamenti chimico-clinici che saranno effettuate dal Medico Veterinario curante che riferisce il caso.
 
La prima visita dura circa 90 minuti nel cane e 60 minuti nel gatto, in quanto si osserverà l'animale e attraverso un colloquio con i proprietari si potranno raccogliere le informazioni su tutti i comportamenti dell'animale. La raccolta anamnestica permetterà di raggiungere una diagnosi, esprimere una prognosi e formulare un intervento terapeutico, illustrando ai proprietari le tecniche da mettere in atto e provandole con loro.  
La terapia che si metterà in atto potrà essere solamente cognitivo-relazionale oppure supportata da un aiuto farmacologico e/o feromonale; ciò dipenderà se sarà stato diagnosticato uno stato psicopatologico (es. stato fobico, ansioso, depressivo, ecc.). Per terapia cogntivo-relazionale si intende come impostare una corretta relazione famiglia-cane attraverso la modificazione della comunicazione con il proprio animale e apprendendo le tecniche di accrescimento cognitivo-esperienziale.

L'intervento terapeutico cognitivo-relazionale trova nell'azione multidisciplinare tra medico veterinario comportamentalista e istruttore riabilitatore, nel rispetto delle proprie competenze, quella sinergia che permette di aumentare le possibilità di miglioramento. In caso invece di diagnosi che non contempla un aspetto patologico, il proprietario sarà indirizzato ad un educatore di fiducia con un programma predefinito da svolgere.  

I controlli su appuntamento sono generalmente ogni 3-4 settimane e della durata di 30/45 minuti ed il numero dei controlli varierà a seconda della gravità del caso; saranno inoltre organizzati dei controlli telefonici, generalmente settimanali, attraverso i quali il proprietario avrà la possibilità di mettere al corrente il terapeuta dei miglioramenti o di richiedere aiuti o delucidazioni.